Cosa sono le lastre litografiche per la stampa
Il processo attraverso il quale il file con il contenuto che vogliamo stampare si trasforma in un prodotto cartaceo è composto da tanti elementi e sotto-processi.
Non solo, queste attività possono essere molto diverse a seconda che si parli di stampa digitale o di stampa offset (ne abbiamo analizzato le differenze in questo articolo).
Oggi vogliamo concentrarci su uno degli elementi che compongono il complesso ma affascinante processo di stampa: le lastre litografiche nella stampa offset.
Le lastre tipografiche sono il mezzo attraverso cui l’inchiostro viene trasferito sulla carta, passando prima per supporto gommato chiamato caucciù.
Solitamente le lastre sono un foglio di alluminio, a cui viene applicata una pellicola fotosensibile su cui vengono incisi o impressi i contenuti che dovranno essere stampati. Successivamente il tutto viene esposto ad un forte fascio di luce. Questo procedimento permette di trasferire sulla lastra il contenuto impresso sulla pellicola.
Fino ad alcuni anni fa, questo processo veniva svolto manualmente da personale tecnico qualificato. Oggi non è più cosi.
Attualmente infatti il processo più utilizzato per l’impressione delle lastre è il cosiddetto CtP (Computer to Plate). È sufficiente avere un computer collegato ad una macchina sviluppatrice, che si occupa in autonomia di imprimere sulla lastra il contenuto del nostro file.
Tipologie di lastre per la stampa
Fino a quando il procedimento di impressione delle lastre veniva fatto a mano, oltre a richiedere molto tempo, venivano prodotti anche molti materiali di scarto. Basti pensare ad esempio che per realizzare le lastre (che agli inizi erano fatte di zinco e non di alluminio) veniva utilizzata molta più acqua di bagnatura rispetto a oggi, oppure occorrevano “forni” ad alte temperature per fissare i glifi sulla lastra stessa.
Oggi esistono le lastre waterless che grazie all’utilizzo di fotopolimeri e prodotti siliconici permette di ottenere lo stesso risultato senza l’utilizzo di acqua. Anzi, il risultato spesso è migliore perché l’acqua in alcuni casi modificava le dimensioni del foglio e la rispettiva posizione degli stampati sulla carta.
Ci sono poi le lastre offset senza sviluppo, dette anche processless. Questo tipo di lastre hanno portato 2 grandi vantaggi. Innanzitutto in termini di processo: non serve la sviluppatrice, non serve acqua, non servono lavorazioni chimiche. In secondo luogo, un grande vantaggio a livello di impatto ambientale. Queste lastre infatti vengono impresse nel CtP e poi attivate direttamente nella macchina di stampa.
Come sempre la tecnologia ci porta a fare grandi passi in avanti, anche in un settore apparentemente “antico” come la stampa. Non vediamo l’ora di sapere quali saranno i prossimi progressi e il loro campo di applicazione.