Metodi colore
Per stampare un catalogo, un dépliant o una brochure aziendale quale che sia il processo di stampa, digitale oppure offset, si parte sempre da dei file grafici che contengono testo e immagini.
I file utili per la stampa sono realizzati attraverso software di impaginazione e gestione delle immagini che generano il PDF per la stampa.
In molti casi il grafico, il creativo che si occupa di realizzare la grafica al computer vede immagini che poi una volta stampate sembrano “diverse”, con colori più spenti e meno vividi di come li ha impaginati a monitor sul suo computer, perché?
Esistono due grandi metodi con cui vengono processati i colori: la quadricromia CMYK e la tricromia RGB. Ciascuno di essi genera colori apparentemente uguali ma con qualche differenza, i colori che vediamo al monitor del nostro PC sono in RBG mentre quelli che vediamo su un foglio stampato sono in CMYK.
Stampa RGB
L’acronimo RGB indica i colori Red, Green e Blu (rosso, verde e blu). Si tratta di un metodo di generazione dei colori a tre canali che lavora in modo “additivo” ovvero i colori si ottengono dalla somma della luminosità di ciascuno di essi. Questo metodo additivo si utilizza quando, partendo da uno sfondo nero, i colori sono generati da raggi di luce o da pixel luminosi, come nel caso di monitor.
Questo metodo è utilizzato prevalentemente per il Web per visualizzare i colori su un monitor e la gamma di colori che si possono riprodurre è molto ampia.
Stampa CMYK
CMYK sono le lettere che indicano i colori Cyan, Magenta, Yellow e blacK (blu, rosso, giallo e nero). In questo caso il metodo di generazione dei colori è “sotrattivo” ovvero il colore si ottiene dalla differenza di luminosità di ciascun colore e viene chiamato quadricromia.
La somma del blu, giallo e rosso non genera il nero ma un colore marrone chiamato “bistro”. Poi il solo nero non è un nero puro e profondo. Infatti, per ottenere un nero profondo si aggiungono di solito il blu e il rosso con percentuali intorno al 40%. La gamma di colori che si può riprodurre con la quadricromia è inferiore all’RGB (tricromia).
Questo metodo di generazione dei colori è quello usato in tutte le tecnologie di stampa; infatti, tutte le macchine da stampa digitali e offset hanno i castelli colore e utilizzano inchiostri che appunto corrispondono ai quattro colori della quadricromia.
Nella stampa offset i colori di quadricromia in base alla quantità di utilizzo vengono affiancati da una percentuale che va da 0 a 100 dove 0 è l’assenza di colore mentre 100 indica il pieno di colore. Esistono degli strumenti detti “spettrofotometri” che sono in grado di misurare la percentuale di colore su un foglio e vengono utilizzati per ottenere i migliori risultati di riproduzione colore nel processo di stampa.

Differenze tra stampa RGB e CMYK
Quali sono allora le differenze tra questi due metodi di generazione del colore?
La differenza più significativa è il “gamut” colore riproducibile. Nella tricromia RGB la quantità di colori che possono essere generati è molto più ampia rispetto alla quadricromia.
Si tratta di sistemi che hanno applicazioni diverse uno è ideale per i monitor neri l’altro per la carta bianca. Vengono infatti utilizzati rispettivamente per il web e per la stampa su carta. E’ molto importante sapere quindi che un colore visto a monitor sarà molto più vivido rispetto ad uno stampato in quadricromia su carta.
Quando un grafico inoltra i file per la stampa è opportuno che questi siano in quadricromia per evitare sorprese una volta stampato il prodotto. In molti casi però i PDF inviati a chi si occupa della stampa vengono inviati in RGB, questi file verranno convertiti in quadricromia e inevitabilmente saranno leggermente diversi dagli originali.
Sulla nostra piattaforma PrintValue tutti i file che riceviamo dai nostri clienti sono controllati e convertiti in automatico in quadricromia per ottenere il risultato migliore e la più fedele riproduzione del colore.