Il colore che fa la differenza
In qualunque prodotto stampato – di natura commerciale, un packaging o un libro – il colore è un elemento fondamentale. Può infatti fare la differenza tra un prodotto di successo che attira l’attenzione e uno stampato che invece non guardeà nessuno.
Pantone, RGB e quadricromia sono tre modi con cui è possibile selezionare i colori di uno stampato. Ma vediamo il dettaglio di ciascuno e le differenze che ci sono.
I colori Pantone
La stampa pantone utilizza per riprodurre un colore il PMS (Pantone Matching System). Si tratta di una guida composta da un innumerevole quantità di fogli rettangolari tenuti insieme da una vite. Queste “mazzette colore” che raccolgono quasi 2.700 colori diversi. Su ciascuno di questi fogli sono riprodotte delle tacche colore numerate che sono il “nome” del colore pantone.
Esistono diverse versioni di questi “pantonari” i più utilizzati di fianco al numero del colore hanno la lettera U oppure C. La prima sta per uncoated per indicare la resa su una carta naturale-usomano, la seconda sta per coated per indicare la resa su una carta patinata lucida o opaca.
L’utilizzo del Pantone nella stampa offset rappresenta la riproduzione più fedele di un colore. In questo caso viene utilizzato un colore solido da “scatola” prodotto con i pigmenti corrispondenti al numero del pantone scelto. L’unica accortezza da tenere in stampa è la carica del colore e la bagnatura per evitare distorsioni rispetto all’originale.
Può essere utilizzato da solo oppure in abbinata alla quadricromia, per fondi tutta pagina o zone spot. Questo tipo di stampa è molto accurata ma più costosa della stampa in quadricromia, sia per il costo dell’inchiostro solido, il pantone, sia per i tempi necessari per la preparazione delle macchine da stampa offset. Il pantone offre garanzie che la quadricromia pur curata potrebbe non offrire. Viene usato in caso di ristampe frequenti per ottenere un colore identico nel tempo. Inoltre garantisce coerenza di risultato cromatico su tutti i mezzi, dal biglietto da visita al volantino fino al packaging . Per stampare colori metallizzati o fluorescenti l’unica strada possibile è l’utilizzo di pantoni specifici prodotti con caratteristiche tali che li rendono unici e non riproducibili in quadricromia.
La quadricromia
Qualsiasi colore che deve essere stampato in offset e in digitale viene scomposto nella quadricromia che utilizza i quattro colori base per riprodurre le immagini. I colori base sono: Rosso-Giallo-Nero-Blu.
Dalle combinazioni di questi colori è possibile ottenere qualsiasi risultato cromatico entro una certa ampiezza colore. Il gamut indica l’ampiezza dello spettro colore riproducibile.
La quadricromia non si ottiene miscelando i colori come facevano e fanno i pittori. Piuttosto è una sovrapposizione precisissima di innumerevoli puntini, i retini di stampa, che vengono sovrapposti e affiancati perfettamente a “registro”.
Questo sistema di riproduzione del colore è quello usato più spesso, ha costi accessibili e permette di ottenere ottimi risultati qualitativi.
Se ci fosse l’esigenza di ampliare il gamut colore è possibile utilizzare altri colori in aggiunta a quelli base. Possono essere usati l’arancio e il verde oppure il blu e il rosso chiari (light cyan e light magenta). La stampa i quadricromia riproduce con fedeltà circa il 50% della gamma colori mentre l’esacromia l’80%. Ovviamente la stampa in esacromia comporta un lavoro molto professionale nella preparazione del file di stampa. Inoltre i costi di stampa in questo caso sono sensibilmente più alti.
RGB (Red, Green, Blue)

Si tratta di una tricromia, adatta in particolare per elaborati destinati al Web. Spesso capita di riceve file in RGB da agenzie e clienti. Apparentemente non sembra un problema in realtà lo può diventare. Quando il file deve essere stampato deve necessariamente essere riportato in quadricromia. Per fare questo la prestampa deve convertire il file RGB. Durate questa fase di conversione la resa cromatica, anche in relazione ai profili colore utilizzati, può subire delle variazioni anche sostanziali. Questo perché il gamut colore RGB è molto più ampio di quello della quadricromia. Passando quindi da RGB a quadricromia si perde necessariamente qualcosa del colore riprodotto.
E’ quindi sempre opportuno, prima di inviare un file allo stampatore, fare la conversione in quadricromia secondo i profili Fogra standard.
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